«Non è un poverino»
Servizio clienti PRO LIFE| Trisomia 21 | 14 febbraio 2018
Nonostante la trisomia 21, Fabian Bächli (25) è un ragazzo perfettamente integrato – grazie soprattutto a sua madre Özlem, come racconta con passione l’articolo del Beobachter.
Fabian è una persona indipendente e piena di gioia. (Immagine a tema)
Dopo una gravidanza e un parto senza complicazioni, Özlem scoprì che suo figlio Fabian aveva la trisomia 21. Il medico non l’aveva avvertita delle irregolarità che apparivano dall’esame del sangue. La diagnosi annientò tutti i bei piani per il futuro che aveva fatto durante la gravidanza e le crollò il mondo addosso.
Come avrebbero reagito parenti, amici, conoscenti e il suo stesso marito? Il matrimonio avrebbe retto a un colpo di questo genere? La paura iniziale crebbe e le prime settimane dopo il parto furono impregnate di vergogna e tristezza. Quando finalmente Özlem si riscosse e fece la prima passeggiata con Fabian di già qualche settimana, avvenne l’inevitabile. Una signora sbirciò curiosa nella carrozzina e sospirò impercettibilmente «Poverino!». La mancanza di delicatezza nei confronti suoi e di Fabian risvegliò lo spirito combattivo di Özlem: «Io non sono una donna poverina, non ho un figlio poverino e ci siamo anche noi!»
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Cercare, trovare e percorrere nuove strade
Iniziò la sua volata in avanti, cominciò a fare ricerche, andò nei centri di consulenza, spulciò la letteratura specializzata del settore e iniziò impegnarsi. Il suo obiettivo primario era favorire al massimo l’integrazione di Fabian nel cosiddetto mondo normale. Mentre l’accettazione al gruppo di gioco venne inesorabilmente respinta, l’inserimento alla scuola materna si svolse nel migliore dei modi grazie al supporto degli altri genitori e della maestra. Sul fronte più personale, Özlem dovette affrontare la rottura del suo matrimonio.
Il comune di Zollikon respinse l’iscrizione alla classe regolare della scuola elementare, Fabian iniziò quindi a frequentare la scuola privata a tempo pieno Montessori «D’Insle» diventando il primo alunno con disabilità e integrandosi rapidamente e senza alcun problema. Le spese scolastiche vennero sostenute dal comune.
Il desiderio diventa realtà
Sin da piccolo Fabian sapeva che prima o poi avrebbe voluto lavorare in una cucina. Al termine della scuola obbligatoria, per realizzare il suo sogno frequentò una formazione biennale per operatori dell’economia domestica nell’istituto Barbara Keller di Küsnacht.
Alla fine del percorso di formazione, Fabian ha iniziato a lavorare come aiutocuoco nella «sua» scuola Montessori, dove è attivo all’80%. Fabian sa leggere e scrivere, parla tedesco, inglese e turco e ha trovato il suo posto nella vita. Nel tempo libero gira film che poi monta e dota di sonoro.
L’esempio di Fabian mostra come funziona un’integrazione riuscita. Potete leggere qui l’articolo dettagliato (in tedesco).
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